mercoledì 30 dicembre 2009

Sui trampoli

sui trampoli
in bilico
su un filo
sui trampoli
non me ne riusciva
di pensare
al futuro
e quindi seduto
a guardar muto
me ne stavo
in bilico
su un filo
sui trampoli

venerdì 25 dicembre 2009

Cecchinaggio dei Babbo Natale

Ogni anno è sempre la solita storia, a un mese esatto partono gli addobbi e, in men che non si dica, orde di compratori si catapultano sui prodotti in offerta, mentre i Babbo Natale appesi al balcone incominciano a fare la loro comparsa. Eccoli che spuntano da tutti i lati delle case, nelle posizioni più assurde che si arrampicano per una cavolo di scala, a portare i doni a chi è stato buono. Non so bene da cosa derivi l'odio per questi "esseri" appesi, so solo che li distruggerei tutti, senza pietà, mi turbano dentro e stimolano in me istinti assassini. Basta! Devo fare qualcosa, non vorrei mai rischiare di uccidere qualcuno a causa di un pupazzo rosso grasso. Allora mi decido e inizio a pensare al modo migliore per farli secchi: bazooka, granate, bombe escluse, causerebbero troppi danni, qui ci vuole qualcosa di sottile, di diretto e silenzioso, ma certo! Il fucile da cecchino è l'arma perfetta. Consente di giungere a grande distanza e non demolisce nulla, se non l'obiettivo designato. Mi reco allora dal mio fornitore ufficiale, solita strada, più ghiacciata del solito, il freddo è giunto fino alle giunture dell'asfalto. Eccolo con la sua faccia da bruto e la barba ispida che pare stalattiti. Consegna l'arma e tutto quanto, ora sono soddisfatto, la caccia è aperta, preparatevi pupazzi dannati, è giunta la vostra ora, amen!

lunedì 14 dicembre 2009

Rane scimmie orchidee

rane urlatrici
scimmie allucinate
saltano liane
orchidee antropomorfi
parlano e inghiottono
la giungla

visi sfuggenti di bestie
addentano il volto
pavido
freme una fuga
barcolla

lance di serpenti
s'annidano alle
caviglie
muove le braccia a
scovare un appiglio

fruga fra le maglie
della giungla
fruga fra i denti
del fango
nulla
se non ombre di ricordi
assopiti
risvegliati nell'urlo e

il volto imprigionato
in una colata
di muschio

martedì 8 dicembre 2009

Nella Coda

A noi, che viviamo nella coda,
fermi e inermi,
che viviamo nella scia di una
cometa e a brillar per un
istante siamo costretti, e
spegnerci.


Questa scintilla veloce, però,
ha un bagliore che mira ad
esser cometa, perchè un tempo
forse lo era, ma l'umane gioie
si affievolirono, come un
gabbiano sulla riva morente.


Vi mira, anche se molti pezzi
va perdendo e contro una
distruttor stella la sua meta
sembra essere prefissata.


Deviatene il corso, che aspettate!
Non ad aspettar un così misero
essere la natura rimane, anzi,
pare che un gusto segreto
provi nell'annientarlo.


Per uscire dal volgo d'uno
scatto i piedi dorate, e fino a
quando non avrete investito la cometa,
remate con forza, come chi,
la terra ferma, dopo
notti insonni a naufragar, vede.

giovedì 3 dicembre 2009

Danza un albero al vento

le orecchie
si ingrandiscono
si allargano
ed espandono
enormi

percepisco il
battito del tutto
il cuore in gola

una spada conficcata
nella terra
trafigge i raggi
frastagliati

l' occhio del guardiano
si accende
scruta
il sangue

in un luogo assolato
danza un albero
al vento

me seduto
accanto piango
senza motivo

lunedì 16 novembre 2009

L ' uccellino di origami

è uscito!
è uscito dall'uovo
di cartone
l'uccelino di origami!

prendilo, non lasciarlo
volare via.

prendilo in mano e
aprilo, c'è un
biglietto per te.

per te che mi fai uscire
dalla mia orbita e,
attraverso le tue
labbra, cavalcare arcobaleni
di note sconfinati.

per te che i ricordi tristi
dissolvi con
l' essenza di papaveri,
che su di te è sparsa.

per te che mi portasti a
specchiarmi nel tuo volto
in bolle di sapone.

costruiamo insieme questa
catasta chiamata amore,
pezzo dopo pezzo,
estendiamola al di là
del moto, rendiamola
immobile e imperitura,
poichè t'amo e bruci
i confini dell'anima mia,
che si dilata fino alla tua.

mercoledì 11 novembre 2009

Impeto di Clorofilla

In mezzo ad un comulo di
terra sento, sento che
le braccia ruotano ed il
corpo con esse. A furia
di trottolare scavo e
scavo, e mi ritrovo fra
l'oscura terra, nelle sue
viscere, dove la vita è nata
senza fretta.

Le stagioni si incastrano le
une alle altre, confondendo
le ere coi giorni, e i bruchi
solleticano i piedi lievi.

Lentamente allegerisco
quasi in superficie, le mia braccia
brulicano di clorofilla e rami
s'estendono con impeto via verso
l'esterno. Vita. Vita che si
ramifica e gloria al verde
suona d'archi di foglie.

vi prego, seppellitemi nella terra!

giovedì 5 novembre 2009

oh, l'amicizia!

Oh, che bella l'amicizia! soprattutto quando
gli amici, per scherzo, ti strozzano le carni del braccio, o quando
ti urtano, per sbaglio, lanciandoti contro il muricciolo.
Non ti credere, l' amicizia è bella, ti bacia
col ghigno di fuori, ti sazia in solitudine,
che vorresti di meglio se non l' amicizia?
Una ragazza dici, bah, quelle vanno e
vengono, lasciale perdere quelle, arpie che
se potessero ti succhierebbero via tutto il sangue!
Vedi invece un amico quanto è massimamente bello averlo,
ti prenderà in giro quando sarai triste, per quelle, si quelle là,
le arpie, lui ci sarà sempre per scrollarti di dosso la malinconia, con
due carezze, magari sul collo, che piacere!
E' ancor più bello è quando hai tanti amici, tutti
insieme, e ti stanno tutti a cerchio intorno
talmente ti vogliono bene, pronti a darti una carezza appena possono,
e per vergogna fanno finta di non aver fatto nulla, fino alla
massima dimostrazione d' affetto, prendendoti a prestito le cose
e lanciandosele come se giocassero a frisby.
Oh, quanto amo l' amicizia!

giovedì 29 ottobre 2009

Un fulgore e la tempesta

Un fulgore notturno s'abbattè violento, scardinando le porte dell'immaginazione, spazzò l'aria che brillava, e i suoni si fecero zitti. La foresta s'anneriva e gli alberi, pietosamente, si lasciavano andare, l'attimo si inciampava su pietre appuntite, fermandosi a tratti. Il lupo si schiarì la voce contro la luna e incomiciò il racconto. Narrò di come un indiano dalla fantasia spietatamente vivace se ne stava, per ore e ore, a sentire i temporali, dicendo che avessero un sacco di storie da raccontare e che lui amava molto sentirle. Il giovane indiano si chiamava Jukino, aveva vissuto fin da piccolo a braccetto con la natura, giocava a rincorrersi con le aquile, si riposava all'ombra di alte querce, chiacchierando con gli animali che vivevano nell'albero, e cosa che amava più di tutte si fingeva ogni sorta di animale o pianta o cosa che vedeva. Ah! Però la cosa che amava di più immaginarsi d'essere erano sicuramente i temporali. Avrebbe voluto poter planare lungo i pendii dei monti, coi tuoni e fulmini spaventare gli animali del bosco, e poi viaggiare, senza occuparsi di dove andare, lasciarsi cullare dal vento verso posti che nessuno aveva mai visto prima. Così, ogni volta che c'era un temporale, lui sostava all'entrata della sua tenda, a sentire gli incredibili viaggi che facevano i temporali. C'era sempre una storia diversa, c'era chi diceva d'aver visto il mare più blu che si potesse immaginare, oppure i colori più vivaci che sorseggiavano nei tramonti o che impallidivano al loro passaggio sulla terra. Un giorno però, in cui vi era un temporale particolarmente violento, Jukino, come al solito con l'orecchio proteso verso l'uscita della tenda, d'un tratto si alzò e si avviò, a passi prima lenti e poi veloci, nella tempesta. Da quel giorno nessuno lo vide più. Si dice di poterlo ancora sentire, durante i temporali più violenti, narrare le sue avventure e i suoi viaggi, se accosti l'orecchio vicino all'entrata d'una tenda.

venerdì 23 ottobre 2009

A Lara

Qual acceso freddo mi
percorse la schiena,
quando la tua mano vidi
di lontano. Tentavo di
prenderla per non
lasciarti fuggir, poichè
un'ancora gettasti al
mio cuor, abbandonato
alla furia dei venti.

Il faro del molo dove
ci vedemmo cerca ancora di
scovarci, indaga il cammino
delle nostre anime per
riportarci là, dove ad un
ruscello accompagna la selva,
e i rami si chuidono ad
arco, dove dall'edera si apre
il nostro giglio.

Un sottil amor si è insinuato
e ha tintinnato in me come un
campanello, ha risvegliato
antiche passioni, dormienti.
Di nuovo a galla mi riaffiori,
stanco di star coi relitti mi
notasti latente.

Astro del mio firmamento
irraggiami, inondami coi
tuoi sorrisi. Non lasciarmi
cadere, tieni un pò di posto
accanto al tuo cuore,
quassù con te, affinchè non
cada e mi risvegli dal sogno.

martedì 13 ottobre 2009

Un volo sino al naso

Cavalcando una pantera lungo la strada verso le montagne, la giornata tetra s'arrampicava lungo l'orizzonte, il granturco sbiadiva, rapinato del suo oro. Selvatico il mezzo con forza mi trascinava, sapeva a cosa andavo incontro. Il silenzio era tale che sentivo lo scrosciare d' ali di stormi, i muggiti fra il verde e il ronzare per il nettare. L'assoluto silenzio, di netto, fu interrotto da un essere vile, meschino, che furtivamente entrò dal finestrino abbassato a metà, senza permesso era entrato e non voleva saperne di andarsene. La concentrazione scendeva insieme alla notte, brusche e violente delle manate, per mandare via il disgraziato essere, sventolai, come bandiera bianca però. La lotta tra me e la mosca era ormai serrata, la maledetta rispondeva colpo su colpo, manco fosse una tigre! La mossa finale quella mi fece, mi si posò sul naso provocandomi un brutale starnuto che mi scosse. Con me scosse pure l'auto, con la quale mi schiantai contro un muro di cipresso. Ebbi giusto il tempo di scendere e dare un ultimo sguardo alla mia pantera, dalla quale ne usciva la mosca sana e salva, bella bella. Intanto io trasalii e mandai un'ultima parola per la dannata che rideva, riposandosi nuovamente sul mio naso freddo.

venerdì 9 ottobre 2009

Cielo Invernale


Quanti ricordi questa foto, quest'inverno a danzare fra le nevi... non manca molto, faremo angeli sulla neve e vedremo tramonti ...

giovedì 8 ottobre 2009

Ai Dormienti

Ipnosi dei sensi,
mi distruggo e
ricostruisco in nuove
forme.

Rallenta il mondo
e si fa respiro.

Mille occhi, sensazioni
da ogni parte che
fluiscono via e ora
appartengono a me.

Solo.

Ho rubato loro i modi
e me ne sono
appropriato, per
vederli meglio,
scrutarli,
analizzarne ogni
aspetto.

Poi senza scrupoli,
una volta conosciuti
i difetti, li ho derisi,
scherniti all'ombra di
un tavolino malfamato,
dove ognuno scherza
con amici, balla fino
a tardi.

Tutti vogliono tacer
le loro intime vergogne,
il loro passato , per
paura di essere divorati
da loro stessi.

Chiudono con la chiave
le violenze al corpo
e all'anima, la ingoiano a
forza e la buttano giù.
Scaraventano a terra i pensieri,
li calpestano col martello
per appiattirli, ma 

non riuscendo  mai
a distruggerli del tutto.

Così, ignari che l'inconscio

stia logorando pian 
piano il loro io più
profondo, si raggomitolano
e dormono.

Dormite,
non aspetto altro.

domenica 4 ottobre 2009

Nella mia Testa

Nella mia testa
un buco, il fluido
della mia essenza
ne esce.
 

Si svuota il mio
corpo intero e
guscio vuoto
diventa. Si riempe d'aria
e mongolfiera
salgo, viaggio per
il mondo.
 

Dalle cascate mi
getto come proiettile,
risalendo dai fiumi

balzando e
sfiorando l'acqua.

Dalle montagne scivolo,
rotolo impazzito e
solo in una valle
a conca mi fermo.
 

Ma d'un tratto risalgo
e gambero fino a casa,
retromarcia a velocità
della luce.
 

Nel mio corpo rientra
il fluido della mia
essenza e per non farlo
uscire metto un tappo

nel buco in testa.

venerdì 25 settembre 2009

Il Dono per Te

Ricoradati di raccogliere 
il sole 
e di metterlo
in un cassetto,

ogni volta che lo
aprirai illuminerà
la tua stanza.

Prendi un mazzo di
viole e metti i fiori
in ogni pagina di
un libro,

quando lo leggerai
profumerà
di primavera.

In un quadro
scolpisci la tua
emozione più bella,

riguardalo nella tristezza
ricordandoti che
la vita è
un'opera d'arte.

Ora però tieni il
mio cuore, te
lo regalo è per te!

Nascondilo bene e
fanne uso quando vorrai,
in cambio avrai
il mio amore.

domenica 20 settembre 2009

Ali senza cielo

Ali senza cielo
rimorchiano avanzi
d'essere, sperduti tra
voragini di terra e
bollenti lave, verso
una notte senza
palpebre.

Ingranaggi e carni
lì si fondono.

Nascono esseri nuovi
che pavoneggiano gli
onnipotenti,
succhiano via  la vita
formichieri oscuri.,
sfregiando il volto
della terra.

Ribellione
terrestre.

Esplosione.

Fine di tutto.

mercoledì 16 settembre 2009

Un' insensata sete

un'insensata sete
asciutto fino allo stomaco

che si attorciglia e
vuole uscire, sento che
spinge fuori,
mentre tutto vorrei
portare dentro,
ogni cosa,
dalla più piccola
alla più grande,
dall'inesistente
alla vita.

fagocitare l'universo con
una sola boccata e poi
guardarsi senza corpo e
scoprire d'essere già
tutto.
introspezione fino al
midollo e vedere ke
l' universo fluisce
nelle mie vene, mentre spira
un vento di rose
nei polmoni,
nelle mie dita sgorgano
le fonti dei fiumi
e d'argenti le unghie,
di faggio le mie gambe e
di sale i denti.

ma or così fatto questo mi chiedo:
il fine del mondo forse io sono?
per comprendere questo io, forse,
sono? se non è così l' essere
senza altri scopi sembra.
il dubbio mi trapana ogni parte,
scolo il sangue ma sempre lì
ristagna mordendomi le caviglie.
allora mi siedo, senza risposta
dal ciel arriva, su una pietra
desolato e senza speme, lasciandomi
cadere nell' incoscienza, pensando
a lui, il primo uomo, che manco un
pensier dal labbro scaturiva e anche
lui seduto su una pietra a cercar
chissà che, chissà cosa.

di fenice vorrei assumer
la veste per trapassare
la notte che brucia
senza fiato, e cenere
rinascere vivo,
per raccontare alle genti il vero,
che sibila, vibra,
arde d' essere scoperto e narrato,
non aspetta altro, lui è
nella notte che giace in attesa.
ma d' uomo son vestito e nulla
saprò e in nulla riuscirò a
credere, fino a che finalmente
nel buio giacerò, e allora urlerò
il vero, ma senza che
anima viva lo
senta.

oh angoscia!

oh agonia!

qual' amarezza mi pervade e in quali
catene sono imbrigliato, buttato
nelle sabbie più profonde senza
appigli...

sabato 12 settembre 2009

Nei tuoi Occhi

nei tuoi occhi leggevo
l' immenso.

vedevo mille soli, il verde
dei prati, nubi e notti
piene di ricordi.

il mare vedevo,
dove con te
avrei voluto spiegare
le vele.
sentire il vento tiepido
che accarezza.

senza timori cavalcare
l'onda,
che conduce
in un porto lontano
dalle urla
dei pazzi.

ma ora basta parole,
il silenzio canta
per noi
e solo un battito
voglio sentire
il tuo cuore.



Conoscersi, questa è una cosa davvero fondamentale: questa poesia l' avevo scritta per la ragazza che pensavo facesse per me, facendola leggere ad un' amica per averne un parere a riguardo. Il caso però volle che m' innamorai proprio di questa amica, scoprendo  che la ragazza di cui mi innamorai era una emerita cretina... A volte mi sento proprio un inetto della vita, è difficile sapere cosa o chi si vuole al momento giusto, si scopre sempre dopo. Ormai però è inutile piangere sul latte versato e bisogna andare avanti, per cosa o per chi non so, forse per la speranza di una vita migliore, non con troppe illusioni però..

domenica 6 settembre 2009

Fiori di Stelle

la mia mente
implode
divento pianta
scoiattolo
mangio la terra
bruco
mi avvolgo

semino
nascono
fiori di stelle

divoro
il ferro
freddo
fino alla cima
in fiamme

dal nulla
foto
escono
sfuocate
lontane

lente
ingrandisco
profondo
scavo
mi ritiro


un cerchio
ricongiunge
il tutto

sabato 5 settembre 2009

L' altro giorno mi trovai fuori da casa mia, disteso su un prato lì vicino, e avendo la fortuna di vivere in campagna c'era un silenzio quasi spettrale, le due di notte erano da poco scoccate. Stavo lì, seduto, ad accarezzare quel prato, che molte altre volte avevo visto, però in quel momento pareva diverso: Ogni filo d'erba, ogni arbusto, mi batteva dentro, vivace, vivo. Da lì allora fuggii lo sguardo verso gli alberi, le colline e i vigneti che irrompevano nel mio respiro, ed ogni essere mi penetrava negl' occhi, facendoli orbitare intorno al loro asse. Infine, quasi non sontendomi più in me, mi volsi a baciar la balenante luna, a tener le stelle con un solo abbraccio, ed' io non ero altro che tutto e tutto non era altro che me.
Ma il fato meschino correva il tempo, dissipato in quell' istante, e non appena rientrai in casa, le mura mi sovverchiarono, mi opprimettero, facendomi sentire dannatamente uomo, avvinghiato a questo mondo, con il quale un giorno dovrò confrontarmi. Così andai a dormire, disteso su di un lenzuolo appena obbozzato, cercando di dimenticarmi chi fossi, per trovare pace tra cuscino e lembi di coperta.

Arroccato alla Terra

alberi scarnificati
dal freddo
tendono i sottili rami
verso il cielo blu
fino allo sterminato spazio,
il loro guscio ne
custidisce gelosamente
l'essenza, ma
consapevole
è arroccato alla terra.

Non può fuggire,
se non di fantasia volare
in tiepide nubi, che
con la chiara pioggia
ne solleticano le fronde
scarne.

Desolato
si guarda allo
specchio di fango,che
della sua finitezza
e nudità si fa
scherno.

Aspettando non altro che
la fine del 'verno, si
rifugia in luoghi
dimenticati e brulli,
intaccati dalle fiere
divoratrici
della tempesta.

mercoledì 2 settembre 2009

Gocce di Rugiada

Un occhio
iniettato di sangue,
nell'altro visione
divina.

Allucinato e accecato

vagavo,
rasente al mio inconscio,
rasente alla terra,
cercando di fiutare
l'odore acre della vita.

Vagavo così
all'unisono
coi miei occhi,
che già assaporavano
l'amara rivelazione.

il nulla rimbombò

nel vuoto e la purezza
s'aprì come i balconi
in primavera:

Siamo come gocce di rugiada
al primo sole del mattino.
Ecco che quest'anno la maturità si è conclusa e subito sono stato gettato in uno strano vuoto d'esistenza, come se la mia vita non avesse più senso, sentendo di dover riempire il vuoto, facendo le più svariate pazzie. Mi sentivo un'anima vagante senza meta, origliavo alle porte in cerca di risposte, cercavo negl'occhi di fanciulle il mio futuro, mentre danzando confinato al limite dell'esistenza tentavo di non cadere. Terribile, veramente terribile quando vedi che ogni strada sembra uguale all'altra e ogni strada pare sbagliata. Forse il punto è che ogni strada non è mai sbagliata o giusta, porta semplicemente da qualche parte, bisogna solo capire dove si vuole andare. Mi sto scervellando da un pezzo tentando di capire dove voglio andare e in parte, ora, l'ho compreso. Mi getterò in questa nuova avventura sperando di trovare una via meno buia sulla quale camminare.

martedì 1 settembre 2009

Candida Rosa

Candida rosa, così
bella e immensa,

mi addolcisci con i
tuoi profumi e mi ferisci
con le tue spine.

Io non comprendo
perchè mi laceri,
ma nel ferirmi sei
costretta a sfiorarmi.

Ciò mi basta
per sentirmi felice.