venerdì 25 settembre 2009

Il Dono per Te

Ricoradati di raccogliere 
il sole 
e di metterlo
in un cassetto,

ogni volta che lo
aprirai illuminerà
la tua stanza.

Prendi un mazzo di
viole e metti i fiori
in ogni pagina di
un libro,

quando lo leggerai
profumerà
di primavera.

In un quadro
scolpisci la tua
emozione più bella,

riguardalo nella tristezza
ricordandoti che
la vita è
un'opera d'arte.

Ora però tieni il
mio cuore, te
lo regalo è per te!

Nascondilo bene e
fanne uso quando vorrai,
in cambio avrai
il mio amore.

domenica 20 settembre 2009

Ali senza cielo

Ali senza cielo
rimorchiano avanzi
d'essere, sperduti tra
voragini di terra e
bollenti lave, verso
una notte senza
palpebre.

Ingranaggi e carni
lì si fondono.

Nascono esseri nuovi
che pavoneggiano gli
onnipotenti,
succhiano via  la vita
formichieri oscuri.,
sfregiando il volto
della terra.

Ribellione
terrestre.

Esplosione.

Fine di tutto.

mercoledì 16 settembre 2009

Un' insensata sete

un'insensata sete
asciutto fino allo stomaco

che si attorciglia e
vuole uscire, sento che
spinge fuori,
mentre tutto vorrei
portare dentro,
ogni cosa,
dalla più piccola
alla più grande,
dall'inesistente
alla vita.

fagocitare l'universo con
una sola boccata e poi
guardarsi senza corpo e
scoprire d'essere già
tutto.
introspezione fino al
midollo e vedere ke
l' universo fluisce
nelle mie vene, mentre spira
un vento di rose
nei polmoni,
nelle mie dita sgorgano
le fonti dei fiumi
e d'argenti le unghie,
di faggio le mie gambe e
di sale i denti.

ma or così fatto questo mi chiedo:
il fine del mondo forse io sono?
per comprendere questo io, forse,
sono? se non è così l' essere
senza altri scopi sembra.
il dubbio mi trapana ogni parte,
scolo il sangue ma sempre lì
ristagna mordendomi le caviglie.
allora mi siedo, senza risposta
dal ciel arriva, su una pietra
desolato e senza speme, lasciandomi
cadere nell' incoscienza, pensando
a lui, il primo uomo, che manco un
pensier dal labbro scaturiva e anche
lui seduto su una pietra a cercar
chissà che, chissà cosa.

di fenice vorrei assumer
la veste per trapassare
la notte che brucia
senza fiato, e cenere
rinascere vivo,
per raccontare alle genti il vero,
che sibila, vibra,
arde d' essere scoperto e narrato,
non aspetta altro, lui è
nella notte che giace in attesa.
ma d' uomo son vestito e nulla
saprò e in nulla riuscirò a
credere, fino a che finalmente
nel buio giacerò, e allora urlerò
il vero, ma senza che
anima viva lo
senta.

oh angoscia!

oh agonia!

qual' amarezza mi pervade e in quali
catene sono imbrigliato, buttato
nelle sabbie più profonde senza
appigli...

sabato 12 settembre 2009

Nei tuoi Occhi

nei tuoi occhi leggevo
l' immenso.

vedevo mille soli, il verde
dei prati, nubi e notti
piene di ricordi.

il mare vedevo,
dove con te
avrei voluto spiegare
le vele.
sentire il vento tiepido
che accarezza.

senza timori cavalcare
l'onda,
che conduce
in un porto lontano
dalle urla
dei pazzi.

ma ora basta parole,
il silenzio canta
per noi
e solo un battito
voglio sentire
il tuo cuore.



Conoscersi, questa è una cosa davvero fondamentale: questa poesia l' avevo scritta per la ragazza che pensavo facesse per me, facendola leggere ad un' amica per averne un parere a riguardo. Il caso però volle che m' innamorai proprio di questa amica, scoprendo  che la ragazza di cui mi innamorai era una emerita cretina... A volte mi sento proprio un inetto della vita, è difficile sapere cosa o chi si vuole al momento giusto, si scopre sempre dopo. Ormai però è inutile piangere sul latte versato e bisogna andare avanti, per cosa o per chi non so, forse per la speranza di una vita migliore, non con troppe illusioni però..

domenica 6 settembre 2009

Fiori di Stelle

la mia mente
implode
divento pianta
scoiattolo
mangio la terra
bruco
mi avvolgo

semino
nascono
fiori di stelle

divoro
il ferro
freddo
fino alla cima
in fiamme

dal nulla
foto
escono
sfuocate
lontane

lente
ingrandisco
profondo
scavo
mi ritiro


un cerchio
ricongiunge
il tutto

sabato 5 settembre 2009

L' altro giorno mi trovai fuori da casa mia, disteso su un prato lì vicino, e avendo la fortuna di vivere in campagna c'era un silenzio quasi spettrale, le due di notte erano da poco scoccate. Stavo lì, seduto, ad accarezzare quel prato, che molte altre volte avevo visto, però in quel momento pareva diverso: Ogni filo d'erba, ogni arbusto, mi batteva dentro, vivace, vivo. Da lì allora fuggii lo sguardo verso gli alberi, le colline e i vigneti che irrompevano nel mio respiro, ed ogni essere mi penetrava negl' occhi, facendoli orbitare intorno al loro asse. Infine, quasi non sontendomi più in me, mi volsi a baciar la balenante luna, a tener le stelle con un solo abbraccio, ed' io non ero altro che tutto e tutto non era altro che me.
Ma il fato meschino correva il tempo, dissipato in quell' istante, e non appena rientrai in casa, le mura mi sovverchiarono, mi opprimettero, facendomi sentire dannatamente uomo, avvinghiato a questo mondo, con il quale un giorno dovrò confrontarmi. Così andai a dormire, disteso su di un lenzuolo appena obbozzato, cercando di dimenticarmi chi fossi, per trovare pace tra cuscino e lembi di coperta.

Arroccato alla Terra

alberi scarnificati
dal freddo
tendono i sottili rami
verso il cielo blu
fino allo sterminato spazio,
il loro guscio ne
custidisce gelosamente
l'essenza, ma
consapevole
è arroccato alla terra.

Non può fuggire,
se non di fantasia volare
in tiepide nubi, che
con la chiara pioggia
ne solleticano le fronde
scarne.

Desolato
si guarda allo
specchio di fango,che
della sua finitezza
e nudità si fa
scherno.

Aspettando non altro che
la fine del 'verno, si
rifugia in luoghi
dimenticati e brulli,
intaccati dalle fiere
divoratrici
della tempesta.

mercoledì 2 settembre 2009

Gocce di Rugiada

Un occhio
iniettato di sangue,
nell'altro visione
divina.

Allucinato e accecato

vagavo,
rasente al mio inconscio,
rasente alla terra,
cercando di fiutare
l'odore acre della vita.

Vagavo così
all'unisono
coi miei occhi,
che già assaporavano
l'amara rivelazione.

il nulla rimbombò

nel vuoto e la purezza
s'aprì come i balconi
in primavera:

Siamo come gocce di rugiada
al primo sole del mattino.
Ecco che quest'anno la maturità si è conclusa e subito sono stato gettato in uno strano vuoto d'esistenza, come se la mia vita non avesse più senso, sentendo di dover riempire il vuoto, facendo le più svariate pazzie. Mi sentivo un'anima vagante senza meta, origliavo alle porte in cerca di risposte, cercavo negl'occhi di fanciulle il mio futuro, mentre danzando confinato al limite dell'esistenza tentavo di non cadere. Terribile, veramente terribile quando vedi che ogni strada sembra uguale all'altra e ogni strada pare sbagliata. Forse il punto è che ogni strada non è mai sbagliata o giusta, porta semplicemente da qualche parte, bisogna solo capire dove si vuole andare. Mi sto scervellando da un pezzo tentando di capire dove voglio andare e in parte, ora, l'ho compreso. Mi getterò in questa nuova avventura sperando di trovare una via meno buia sulla quale camminare.

martedì 1 settembre 2009

Candida Rosa

Candida rosa, così
bella e immensa,

mi addolcisci con i
tuoi profumi e mi ferisci
con le tue spine.

Io non comprendo
perchè mi laceri,
ma nel ferirmi sei
costretta a sfiorarmi.

Ciò mi basta
per sentirmi felice.