sabato 26 giugno 2010

Nebbia sui Romantici campanili

Vorrei innalzarti sopra la
nebbia che ti avvolge così che
tu veda un eterno sole.

Tra il tuorlo d'infinito
e viali sconfinati
un drappo di lenzuola sventola
lento..

Vuoto irridescente sale sui
romantici campanili, è nebbia
che piange dolcemente senza
far rumore alcuno.

I campi sconsolati riversano
aghi d'oro, sfumati dal vento,
in una marea di nuvole al tramonto.

Il lento sibilare dei muti riccioli
si sfrega sul mio viso,
ed è così che ti vedo.

Ora sento che ti amerei sempre,
che ti amerei in qualsiasi forma o
stato, e sento che se tu fossi polvere,
diventerei polvere
anch'io

per amarti..

giovedì 17 giugno 2010

A Angie

Draghi veleggiano lungo il mare,
sassi sporgenti svettano sulle onde
come i seni protuberanti di una sirena.

Navi antiche ormeggiano nel fondale deserto,
lì i morti hanno ancora una lama
affilata tra i denti.
Che vogliono da me i morti?
A volte pare mi chiamino, cerchino a gran
voce e che non vedano l'ora di riabbracciarmi,
esattamente come le onde, che dopo un lungo
cammino, arrivano sino alle spiagge.

C'è qualcosa di strano nel mio ventre,
risuona echi in cui non mi riconosco,
richiama gesti che non ho mai fatto, ma
che la fantasia preme sugli occhi
affinchè avvengano.

Ora però devo fermarmi, altrimenti verrei
divorato da me stesso, devo rallentare questo
dannato tempo e sondarmi il cuore,
togliergli quei pesi che lo inchiodano al
muro, per lasciarlo di nuovo libero.

Ho bisogno di te Angie, stammi vicino
ancora e sospirami parole dolci, che quasi
non si sentono per paura che qualcuno le oda.

Allietami con un tuo respiro, perchè qua la mia
mente gioca col cuore ad un gioco a chi
è più forte, a chi arriva prima. Aiutami
a far prevalere l'amore, in cambio
non ti lascerò sola nei turbamenti della vita, ed
ogni volta che avrai bisogno ti tenderò la mano.

venerdì 4 giugno 2010

Un teatro per due

La tua voce irrompeva nel
teatro, vuoto; giungeva sino
a me e d'un tratto non fummo più
lì, il tempo si zittì e il teatro
era ormai pieno.

C'erano solo papaveri intorno a noi
e non sentivo che la tua voce, che con
prepotenza scardinò le mura del
teatro. Tutti ora potevano sentire quella
musica, il tuo canto, sconfinato, e noi
ci mandammo un sguardo che trafisse la
penombra del palco e che ora è dentro
al mio cuore.