martedì 26 gennaio 2010

Palpita impazzito e non ha freno
chiude le vie con dei massi
scioglie il sangue in briciole
pietrisco che mi acceca

feroce assale ogni sorgente
chiude spiragli contorce le mani
da atti misericordiosi ad un
elastico da capelli

gene portatore di bava alla
bocca e gomiti bucati stupri
i movimenti della carne
assaparondo le mie gesta

arpioni lancio ai sorrisi delle
aurore datemeli che ve ne fate
io ho un viso di terra cotta con
la pancia della bocca all' in su

venerdì 15 gennaio 2010

Lingue
assetate scorrono
sul contorno del fuoco:

inghiottono luci

di malinconia.

Pervade lugubre l'era nelle
foreste ammantate di spine,
solo un fiore
pulsa sotto la neve.

Iride scuro impenetrabile
che mi sai dire?
non mi spingi più verso
la palpebra del tuo seno?

Un fascio di raggi rosseggia
sul tuo viso avvolto  dalle
mie mani.

venerdì 8 gennaio 2010

Disarticolato e disgiunto


Che stato in cui tutto si sfiora
e nulla si tocca,
pare che a un momento si arrivi,
invece no,
ancora lì a grondare senza mai
toccare terra.
L'erba gronda pure lei,
levandosi quel peso
del mattino gelato,
ora divampa e si struscia
fascio contro fascio
per farsi compagnia.
 

Tutto s'infucoca d'un tratto, si
smaterializza e sembra uguale,
uguale pure a me che
ora non sono più qua, e forse
non ci sono mai stato. Non
mi sento più essere, ma
avvinghiato ad ogni cosa,
quasi stretto da una morsa
che mi lega, e non ho
voglia di fuggire.

Ormai della vite si è
attorcigliata su di me e
mi basta, la ricerca la
continuerò domani, oggi,
oggi sono sazio e grasso.
Ho mangiato un palazzo,
qualche pianta e un vagone
gremito di persone.

Così perdo un giorno ed è tornata
la malinconia, bisbiglia di
lontano ma la sento, mi
opprime e consuma lenta.
Come un soffio è penetrata
dalla pelle, pare voglia
giungere là,
a sovverchiare qualche
cianfrusaglia e riaprire
ferite che parevan chiuse,
le graffia fino a che non
vedrà sgorgare il sangue e
mi vedrà di nuovo lì,
dove all'abisso non mancava che
un passo, dove al sol guardare
non avrei più occhi.
Non devo, chiudo gli occhi.
Basta.
Sono stufo di lottare, se
non ce la farò sarà la morte.