mercoledì 10 marzo 2010

Mendicante di me stesso

Solingo col mio mantello ho
attraversato i deserti inondati da
un rosso rovente, ho capito che
giravo in circolo e mi sono riappropriato
di me stesso, l'ho sradicato dalla
stringente terra e me lo vedo ora
qua davanti ai miei occhi.

Nonostante il viscidume e lo sporco
scorgo ancora dentro me quello
sguardo, quel gemito che urla
dagli occhi ed è insaziabile. Mendica
sempre le stesse passioni e mi sta
divorando nel ventre.

Perchè non reggo lo sguardo, il mio
stesso sguardo mi parla,
mi stride nelle orecchie e io non
odo che un sussurro, un lamento
disturbato dagli echi di un
volto, che porto dentro dall'infanzia.

Eccolo il volto, sempre con la
stessa espressione, imperscrutabile
e quasi minacciosa, smunte le guance
che suonava come un tamburo africano.
Fuggì da me con la mia voce in fronte
e io con una sua foto in mano. Il
volto non sono io, è mio padre.

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